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Il Fiume Po fa affiorare la storia (1945)

Nel momento che sto scrivendo questo nuovo articolo, ho ancora le mani che mi fanno male, su quella sinistra due belle vesciche si stanno facendo il loro posto.

 

Parte proprio così questo racconto di due giornate (quelle del 26-27 marzo 2022) passate sulla sponda Sermidese di Mantova del Fiume Po a cercare di far emergere quello che per oltre 75 anni il Grande Fiume Po si era ripreso nelle sue sabbie.

L'inizio

Non è facile dare un inizio a questo recupero, perchè ancor'ora, è stato un evento talmente inatteso che è passato tutto molto e troppo velocemente, per rendersene veramente conto.

Non ci sono state settimane di attesa o programmi ben precisi sul lavoro che c'era da svolgere e quindi anche l'organizzazione non era stata definita nei dettagli. 

Basti pensare che la sera prima avevo già caricato sulla mia autovettura le canne per una battuta di pesca sul Fiume e poco dopo poche ore mi ritrovavo a caricare stivali, viveri ed un badile!

La notizia è corsa veloce, 48 ore prima è stato individuato nel bel mezzo della sabbia una lamiera ferrosa, affiorante di circa 40 cm, appartenente ad una paratia di un mezzo militare tedesco della Seconda Guerra Mondiale. 

Ecco qui come si presentava il luogo pochi minuti prima dello scavo, durante il rilievo.

Ma per capire come si è potuti arrivare ad avere questa fortuna bisogna inquadrare lo stato del Fiume in questi ultimi mesi .

Ad oggi (data dell'articolo) sono oltre 100 giorni che non piove su gran parte del Nord Italia, una carenza d'acqua che ha portato in sofferenza anche il Po, con una secca che non si vedeva almeno dal 1975.

Questo se da una parte presenta un grosso problema (che speriamo si possa risolvere presto) dall'altra parte da la possibilità ai ricercatori più esperti di poter studiare al meglio il suo letto e trovare importanti segnali di possibili ritrovamenti. 

E così è stato.

L'attento e scrupoloso Samuele (staff del Museo della Seconda Guerra del Fiume Po di Felonica) con la sua tenacia è riuscito a dare il via a questo recupero.

il Luogo

Sarò sincero, non ho partecipato a tanti scavi e ritrovamenti, ma credo che questo sul Fiume Po sia iconico per tutti noi grandi appassionati storici della zona e specialmente del MUSEO.

Il grande Fiume da sempre porta con se racconti tramandati dalle persone anziane che hanno visto con i loro occhi la grande ritirata tedesca nell'Aprile del 1945 e dai documenti e fotografie (a noi pervenute) non abbiamo mai potuto fare altro che notare la grande quantità di materiale abbondato sulle rive, con il nemico braccato ed impossibilitato ad attraversare in sicurezza la massa d'acqua che lo separava dall'altra sponda.

E avere quindi la speranza di portare alla luce un qualcosa che finalmente non fosse più stato solo "fotografia" è stato di grande valore emotivo per le forze di partenza del recupero.

Il lavoro

Che sia chiaro fin da subito,  partire scavando con pale e badile sul Fiume Po a pochi metri dall'acqua è più di quanto difficoltoso ci possa essere.

Non si ha a che fare con terra e sassi, ma con sabbia e acqua.

Due cose che quando sono unite si muovono continuamente assieme, dando l'idea di non andare mai avanti con il risultato che ci si è prefissati.

Sposti sabbia e scende sabbia, togli acqua e riscende acqua, un vero circolo vizioso e snervante!

Ma la prima parte del lavoro prevedeva proprio questo: 

nell'arco di tempo che ci si organizzava per trovare mezzi idonei allo scavo motorizzati, i soci del museo (chi si è reso disponibile) hanno iniziato un lento ma continuo spostamento della sabbia ed acqua attorno al relitto. 

Il tutto eseguito con solo badile, secchi per togliere l'acqua e l'aiuto di una piccola pompa che aiutava nel lavoro di prosciugazione della buca formatasi.

Ma man mano che il lavoro manuale avanzava, si iniziava ad intravedere già qualcosa in più di quello che vi era nascosto e, si percepiva anche il modo in cui il veicolo era formato ed adagiato sul fondale.

la fase di arresto

Quando il lavoro sembrava proseguire alla grande ci siamo dovuti arrendere alla potenza "inattiva" del grande fiume. 

Giunti ad una certa misura di buca (scavata manualmente) ci siamo resi ben presto conto che così non si poteva più proseguire.

La sabbia e l'acqua non erano più gestibili e non si riusciva a proseguire oltre. 

Nel primo pomeriggio di sabato 26/03/2022 arriva la notizia che si è riusciti a trovare uno scavatore.

Nel frattempo un poco di lavoro manuale ancora avanza e altri piccoli particolari riemergono dalle sabbie.

Ma purtroppo dopo 3 ore arriva la notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto: lo scavatore che doveva venirci in soccorso al recupero del relitto si è letteralmente affossato nelle melme del fiume Po.

La scena presentata ai nostri occhi era quasi quella di un altro mezzo che il fiume si voleva mangiare. 

Per fortuna grazie al grande lavoro, nessuno si è dato per sconfitto e nella tarda serata lo scavatore era stato liberato, quindi tutto era pronto per la mattina del giorno seguente.... come si dice: "sbagliando s'impara!"

In questo modo viene tracciata una nuova via di accesso, la quale al mattino successivo si è rilevata vincente. 

lo scavatore ed il recupero del mezzo militare

Nel frattempo durante tutta la notte tra sabato e domenica (al termine dei lavori) la buca si era completamente ricoperta d'acqua. 

 

Mentre vi era l'arrivo dei grandi mezzi si è provveduto a svuotarla per tempo. 

Tutto quello che è successo dopo, credo che lo raccontino meglio di me, questa slide di fotografie:

 

Le due ruspe in veramente poco tempo sono riuscite a liberare il mezzo semi-cingolato tedesco indentificato come SD.KFZ 11. e portarlo in zona franca. 

Assieme a lui, anche numerosi pezzi di cingoli gommati ancora integri.

Conclusione

Un weekend questo appena passato che rimarrà nella storia. 

Un recupero che dimostra che negli anni la storia resta; si può nascondere ai nostri occhi ma è ancora là, dove prima o poi ci aspetta nel momento più azzeccato. 

Credo proprio che da oggi non sarò l'unico a guardare la zona del Grande Fiume Po (dove vi è stata la ritirata tedesca) con gli stessi occhi di ieri, ma quasi immaginandomi quello che ancora li sotto ci può essere e che il fiume tiene "abbracciato" a se, quasi a voler dire che quei pezzi ormai appartengono solo a lui e a noi non può restare solo che qualche relitto incompleto, ma capace di dare emozione e sprigionare una storia fortissima.

GRAZIE A TUTTI PER QUESTI DUE MAGNIFICI GIORNI.

Non vediamo l'ora di vederlo pulito e presentabile come bisogna che sia. 

 

Alla prossima,

 

Antonio 

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Commenti: 5
  • #1

    Giovanna (domenica, 27 marzo 2022 22:23)

    Bellissimo racconto confermo tutto anche le emozioni...io c'ero

  • #2

    Lara (domenica, 27 marzo 2022 23:29)

    Grazie
    Leggendo ho rivissuto tutto !

  • #3

    Paolo (lunedì, 28 marzo 2022 09:59)

    Complimenti per il dettagliato e appassionato racconto!

  • #4

    Federica (lunedì, 28 marzo 2022 20:59)

    Bellissimo racconto.. Si percepisce tutta l'emozione di un avvenimento rarissimo che resterà nella storia di queste zone.. Complimenti!

  • #5

    La Laurita (giovedì, 31 marzo 2022 00:16)

    Maravilloso , sentí tu emoción y tu placer por todo esto que viviste ese weekend , mucha emoción y gusto por lo qué haces tato .