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Un Panzer IV dalla Pianura Padana

Se un giorno mi avessero detto che avrei partecipato ad uno scavo per portare alla luce pezzi di un carro armato della Seconda Guerra Mondiale, sicuramente non ci avrei creduto!

Invece l'opportunità che mi è stata data questa estate 2021 di assistere a tale evento è stata sicuramente più unica che rara e non potevo di certo rinunciare ad essa. 

Quello di cui sono certo è che porterò con me un ricordo indelebile di questo recupero, sia perchè è stata la prima volta per me, ma anche perchè una passione così intensa e concentrata per la storia la si può assaporare solo in questi momenti. 

Momenti che non si ripeteranno ancora a lungo, gli anni passano e la memoria svanisce e trovare ancora aneddoti che portino a nuove scoperte, calano drasticamente.

Quella mattina la sveglia suonò di buon'ora in quattro e quattr'otto ero già in automobile diretto al punto d'incontro con tutta la squadra dell'Italian Recovery Team e gli altri enti organizzativi che hanno permesso di intraprendere quest'avventura con tutti i permessi del caso per poter effettuare tutto lo scavo a norma di legge. 

Quella settimana di Agosto fu per me una settimana abbastanza frizzante, perchè a parte l'enfasi dell'attesa del fatidico giorno fu anche quella del mio compleanno e della mia settimana di ferie estive lavorative.

Ricordo bene quando mi ritrovai a spiegare ai miei colleghi di lavoro cosa dovevo andare a fare quel giovedì del 26 di agosto al quale risposi sempre: "vado assieme al Museo di Felonica a recuperare una carro armato tedesco a San Matteo della decima!" 

E loro increduli di quanto avessi appena detto, ribattevano: "non siamo mica in Normandia!" 

Ecco questa frase deve fare pensare ad una riflessione.

Troppe persone non si rendono conto cosa poteva essere quel della Pianura Padana nell'Aprile del 1945.

Un esercito quello tedesco in fuga lungo la valle del Po ed un altro esercito quello alleato catapultato in un'avanzata inarrestabile, per poter porre fine al più presto alla Campagna D'Italia che tanta morte e distruzione aveva seminato da Sud a Nord.  

Purtroppo troppo spesso queste ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale sul territorio Italiano vengono marginalmente ricordate, come se quasi nulla vi fosse successo. Per cui, per aprire almeno un poco di più gli occhi a queste persone che non sanno che certi avvenimenti sono accaduti molto vicini a loro, consiglio sempre un sano giro al Museo di Felonica, così per avere un contatto diretto con la storia e far partire quell'emozione che dice dentro di te: "caspita che eventi tanto grandi!" e così forse parte un poco più di consapevolezza.

Come già detto la cosa per me più curiosa e singolare è stato capire tutte le procedure di preparazione prima di iniziare realmente lo scavo. 

Difatti il dissotterramento di questi reperti è stato fatto tramite uno scavo con metodologia archeologica. (Grazie alla partecipazione del SAP - società archeologica Srl)

Quindi si è partiti delineando a terra la zona interessata e prendendo le quote del caso. 

Solo dopo si è potuto aprire le danze con gli scavatori alla rimozione del terreno.

Non ci è voluto troppo tempo per poter trovare i primi pezzi del carro. 

Quest'ultimi sono stati recuperati sempre tramite il sistema archeologico, il quale prevede che prima della rimozione si debba circoscrivere la zona del ritrovamento portando alla luce i reperti stessi nel lotto di terreno in modo da formare un "livello di ritrovamento" se così possiamo dire.

Solo successivamente si è potuto proseguire alla rimozione e alla continuazione dello scavo. 

I primi pezzi che affiorano.

Rilevazione delle quote e fotografie.

Pulizia della zona con lo scoprimento a livello dei reperti e fotografie.

Rimozione dei pezzi e continuazione dello scavo.

Durante tutto questo scavo un’altra emozione era data dalla troupe televisiva li presente, che ha desiderato poter realizzare un servizio ed una puntata dedicata di Gibba "Metal Detective" per raccontare tutto il proseguimento della giornata, andata in onda proprio pochi giorni fa su DMax.

Direi senza esagerare che siamo stati tutti sotto il sole cuocente d'agosto per almeno 9-10 ore ma il risultato e l'emozione della giornata trascorsa aveva ripagato tutta la fatica. 

Tantissimi i pezzi recuperati, ed alcuni di notevole interesse storico per la nostra zona, ma specialmente una memoria affiorata e destinata (appena si potrà) ad essere a disposizione di tutti e visionabile per mantenere vivo il ricordo di una guerra che ha visto carri armati e soldati transitare per le nostre strade, in quel che è stato un evento storico senza precedenti, con la speranza che ci aiuti sempre a far si che tutto questo non accada mai più. 

 

Ringrazio tutto lo staff del Museo di Felonica, quello del Museo di Gotica e tutti quelli che hanno permesso con la loro professionalità l'ottima uscita di tale evento partito con l’ideatore Diego Scagliarini.  

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